Ticino Film Commission
30.08.2023 . Attualità

«Un progetto giovane che ha dato spazio ai talenti dello spettacolo e dell’audiovisivo del nostro territorio»

La regista Anna Spacio racconta la sua esperienza in «Stars: Il successo a costo dell’amore» in arrivo nei cinema

Foto: (C) INMAGINE SA

In un’accademia per talenti regolata da ferree regole, aspiranti musicisti, danzatori e cantanti inseguono il sogno di diventare stelle dello spettacolo. Succede in Stars: il successo a costo dell’amore, lungometraggio made in Ticino che dopo una lunga gestazione arriva ora nei cinema.

 

Tutto è partito cinque anni fa, da un’idea è di Paolo Meneguzzi, direttore della Pop Music School e produttore del film insieme ad Alberto Meroni di INMAGINE SA. A Stars hanno preso parte soprattutto talenti della Svizzera italiana – anche se non manca qualche nome come quello dell’attrice italiana Cristina Donadio (la Scianel della serie «Gomorra») – con un cast e una crew complessivamente di oltre cento persone. Per molti giovani professionisti ticinesi, il film ha costituito l’occasione di fare importanti prime esperienze.

 

Uno di questi talenti è Anna Spacio, la regista di Stars. Classe 1995, formatasi al CISA, Anna è al suo esordio nella regia di un lungometraggio. L’abbiamo intervistata farci raccontare la sua esperienza.

 

«Mi sono diplomata al CISA con specializzazione in regia nel 2018 – ci dice Anna - Ero in vacanza con i miei compagni di classe quando ho ricevuto la telefonata da Alberto Meroni che mi proponeva di fare il film. Eravamo tutti increduli. È stato proprio un bel fulmine a ciel sereno! All’inizio pensavo ci fossero problemi di connessione perché mi sembrava di non aver capito la proposta di Alberto che parlava di un film musicale. Credevo si trattasse di un videoclip: invece era proprio un lungometraggio quello che mi stava proponendo. Da lì per me è iniziato tutto. L’idea sua e di Paolo Meneguzzi era quella di un progetto giovane, dal punto di vista del cast e dal punto di vista della crew, che desse spazio a giovani ticinesi che stavano entrando nel mondo del cinema. Io finivo quell’anno la scuola, quindi… Nel film poi ho ritrovato anche diversi miei compagni di classe a ricoprire ruoli importanti».

 

Da lì le cose si sono messe in moto, iniziando con un ampio casting che ha coinvolto circa 300 persone…

 

«Al casting hanno partecipato persone che arrivavano da tutto il Ticino: gente con esperienza, gente che aveva già fatto corsi di recitazione, gente che aveva già fatto danza oppure canto, ma anche chi non aveva formazione ma tanta voglia di mettersi in gioco. Erano veramente tanti i ragazzi e le ragazze che hanno partecipato. Anche la fascia d’età era piuttosto ampia: arrivavano bambini di 11 anni e ragazzi di 20, 25. Poi è stata fatta una selezione dalla quale è uscito il cast di una ventina di attori, arrivando con il corpo di ballo attorno alla quarantina di persone scelte, alcune delle quali facevano entrambe le cose. Questo gruppo è poi stato seguito dalla Pop Music School che ha curato il progetto di preparazione al film».

 

Quando avete iniziato a girare?

 

«Il progetto è nato nel 2018. Le riprese erano programmate nel luglio del 2020 ma come tutti siamo stati fermati dalla pandemia. La nostra scelta è stata quella di rimandare di un anno intero, siccome il nostro cast era formato da ragazzi in età di studi e l’estate era l’unico periodo in cui avrebbero potuto essere disponibili per un mese intero. Le riprese si sono svolte tutte in Ticino, prevalentemente nel Mendrisiotto. La Villa dove è stata ambientata la scuola di Stars, ossia la location principale, è Villa Foresta a Mendrisio. Altri set sono stati allestiti a Chiasso, nei capannoni delle ferrovie, e a Balerna. Invece il contest del finale è stato girato al Centro Esposizioni Conza di Lugano. Sono state sei settimane di riprese, circa 27 giorni effettivi».

 

Il coinvolgimento di talenti sul territorio è stato vasto e non solo per quanto riguarda il cast. Quanto era numerosa la crew?

 

«Sono andata a controllare perché a seconda delle giornate i numeri variavano. Però considera che un minimo di 45-50 persone al giorno c’erano. Nelle giornate in cui c’era bisogno di più personale e avevamo la doppia camera si arrivava anche a 60-70 persone. Sono stati coinvolti anche stagisti del CISA, fondamentali in tutti i reparti: fotografia, produzione, organizzazione, regia... Per loro era la prima esperienza su un lungometraggio e si sono ritrovati dentro un progetto non facile, già solo per la quantità di persone da gestire. Ovviamente però il film non è stato realizzato solo dai giovanissimi, perché ci vuole anche una mano esperta. Penso ad esempio alla fotografia che è stata affidata a Giacomo Jaeggli che per quanto ancora giovane ha già un bagaglio di esperienza notevole. Oppure a Marco Viale che ha curato il sound design e ha una carriera decennale. In un progetto di questo tipo ti ritrovi con persone che ti regalano veramente tanto. Anche per me è stata un’esperienza di formazione. Era il mio primo lungometraggio. Avevo già realizzato qualche corto ma di sicuro niente a che vedere con la mole di lavoro che un film richiede. È un salto enorme. Per me è stato veramente fondamentale avere figure professionali già navigate che mi hanno saputo aiutare. Due Acting Coach hanno seguito i ragazzi sia durante la preparazione che durante le riprese, Alberto Barbi ed Eleonora Giovanardi, due attori italiani. Ci ritrovavamo con scene che impiegavano venti ragazzi, magari dieci con battute e azioni. Così, per dare le indicazioni sul set, ci dividevano i compiti: io stavo su alcuni, Alberto su altri, Eleonora su altri ancora. È stato un lavoro di squadra veramente al 200%.»

 

Venendo alla storia. A giudicare dal soggetto siamo dalle parti di «Saranno Famosi». Che riferimenti avevi?

 

«Sì, le reference erano quelle, quindi non un musical alla “Mary Poppins” per intenderci, ma un film musicale come appunto “Saranno famosi” o per citare qualcosa di più recente “Step Up”, un film in cui la musica è al centro come tema: musica, ballo, canto, a 360 gradi. La trama vede i ragazzi di una scuola che forma talenti, molto severa e diretta da una direttrice piuttosto spietata, dover fare i conti con una serie di rigide regole, tra le quali c’è quella di non innamorarsi. A metà anno arriva un nuovo studente, un po’ più ribelle, che mette in crisi tutta questa disciplina. Ovviamente c’è una grande competizione fra gli allievi. Regole, competizione, la fame di vincere il contest finale che li porta al successo: trovo siano ingredienti che creano un forte conflitto. Poi nel film ci sono anche altre tematiche, forse meno presenti a livello di trama vera e propria ma comunque percepibili: sono quelle più subdole, che riguardano l’abuso di potere nel mondo discografico o in generale in un ambiente dove ci sono dei giovani con ambizione e tanta voglia successo ma anche qualcuno che se ne approfitta. La sceneggiatura è di Fernando Coratelli. Io ho avuto la fortuna di poter passare parecchio tempo a seguire i ragazzi durante le prove e osservarli, una cosa credo molto utile soprattutto se si tratta di adolescenti. Ti chiedi, cosa possono dire o fare in una data situazione? Durante le prove prendevo appunti e poi mettevamo mano alla sceneggiatura: alcuni personaggi hanno finito per avere così dei tratti in comune con chi li interpreta. Questo ha facilitato il lavoro di interpretazione».

 

Visivamente come è stato tradotto tutto questo?

 

«Da una parte c’è la scuola, dove vige un forte rigore, una forte disciplina. Dall’altra, i ragazzi hanno dei momenti dove questa disciplina se la scrollano di dosso. Così, con Giacomo Jaeggli, abbiamo voluto dare un netto taglio tra i due mondi e abbiamo optato per una ripresa più statica, più composta e più precisa per quello che riguarda la scuola e viceversa per qualcosa di più movimentato e anche più ravvicinato per tutto ciò che è fuori dalle regole: la camera si comporta un po’ come i ragazzi, quando è nella scuola segue delle regole, delle linee, quando è fuori dalla scuola invece no.»

 

Finita questa lunga esperienza quali sono le tue sensazioni e che progetti hai?

 

«È bello arrivare alla fine dei titoli di coda e poter dire: ecco! Ce l’abbiamo fatta! È qualcosa che dà stimoli per altri progetti, altre produzioni. Io spero di lavorare ancora con queste persone che mi hanno dato tanto. Adesso sto scrivendo un cortometraggio, che però ha tutti i presupposti per diventare un lungo e forse lo diventerà. E poi ho anche nel cassetto il soggetto per una serie tv. Entrambi mi piacerebbe girarli in Ticino. Sono progetti in fase embrionale al momento però sì, di progetti futuri ne ho!»

 

Dopo alcune anteprime «Stars: il successo a costo dell’amore» debutta in sala domenica 3 settembre 2023. Il film è prodotto da INMAGINE SA e Pop Music School in coproduzione con RSI e con il sostegno del CISA (Conservatorio Internazionale di Scienze Audiovisive), Ufficio Federale della Cultura, DECS, Banca Stato, Ticino Film Commission e Corriere del Ticino.

 

Ulteriori informazioni su: www.starsthemovie.com.

 

FC

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