Forse è vero che si cresce solo a calci in culo. Ed è vero che quando la giostra gira veloce ci sembra di volare e non vorremmo scendere mai.
Luce Cinecittà
Forse è vero che si cresce solo a calci in culo. Ed è vero che quando la giostra gira veloce ci sembra di volare e non vorremmo scendere mai. Esattamente quello che succede a Benedetta, quindicenne decisamente sovrappeso, quando incontra Armando, in arte Amanda, che la trascinerà nel suo mondo randagio e sregolato.
"La madre del piccolo Billy gli diceva sempre esattamente cosa gli era permesso fare e cosa non gli era permesso fare. Tutte le cose che gli era permesso fare erano noiose. Tutte le cose che non gli era permesso fare erano eccitanti. Una delle cose che non gli era MAI MAI permesso di fare, la più eccitante di tutte, era uscire dal cancello del giardino tutto da solo ed esplorare il mondo al di là."
R. Dahl, Billy e i birilli
Questo film è una favola. Ovvero: giocare con la realtà.
Quando ero bambino, sapevo distinguere la differenza tra una favola e una fiaba. Ho sempre trovato le favole un po' tristi e noiose, con la loro inevitabile morale alla fine della storia. Una fiaba è come un universo in espansione, che cresce costantemente in dimensioni, raccogliendo qualsiasi elemento sparso trovato incustodito: oggetti senza senso, personaggi insoliti, luoghi affascinanti - ma un po' inquietanti. Una fiaba raccoglie tutto questo e non cerca di decodificarlo: te lo trasmette e basta. È un viaggio di scoperta senza fine che nessuno spiega. Tu sei l'unico a saperlo. Quando ho letto la sceneggiatura di "Calcinculo", la mia prima impressione è stata quella di una favola nera come una foresta, illuminata da un sentiero luccicante.
Nota della regista Chiara Bellosi