Ticino Film Commission
29.09.2023 . Ciak in Ticino

Quelle fotografie d'altri tempi che dall'Argentina ci portano in Malcantone

Si sono da poco concluse le riprese ticinesi del documentario "Vado in America" di Lucia Riera Arévalo

La luce di un pomeriggio di inizio autunno enfatizza il fascino dei boschi dell’Alto Malcantone. Deve essere stato difficile lasciarli per chi, nato e cresciuto in queste zone, verso la fine dell’Ottocento viaggiò verso un mondo completamente diverso, dall’altra parte dell’oceano. Fra le tante famiglie ticinesi che emigrarono in altri continenti, una in particolare è al centro di Vado in America, documentario della regista argentina Lucía Riera Arévalo le cui riprese sul nostro territorio si sono concluse da pochi giorni: la famiglia Righetti, di Aranno.

 

Tutto è partito dal ritrovamento, a Cordoba in Argentina, di oltre cinquecento lastre fotografiche appartenenti alla famiglia. Testimonianze di vita vissuta ai due capi del mondo che hanno affascinato la storica Cristina Boixados che ha coinvolto Lucia Riera Arévalo nel progetto.

 

«Lavoro con Cristina da diversi anni – ci racconta la regista mentre a piedi ci rechiamo da Ponte di Vello al Maglio del Malcantone - L’ho conosciuta dopo il mio primo film. Mi sono interessata al suo lavoro di ricerca storica attraverso le fotografie, temi che affascinano. Siamo diventate amiche e anni dopo mi ha chiesto di fare un film con lei, mostrandomi la collezione che aveva scoperto e sulla quale stiamo lavorando ora. È un lavoro cominciato cinque anni fa, prima della pandemia. Quando è finita Cristina è venuta in Europa, qui in Svizzera, portando le foto con sé. Parlando con le persone di Aranno, qualcuno ha saputo indicarle chi era effettivamente ritratto in quegli scatti. Lei era  in contatto con un altro familiare che viveva a Cordoba, ma ad Aranno ha potuto conoscere anche gli ultimi discendenti ticinesi della famiglia.»

 

A partire dalle lastre ritrovate, sono dunque queste fotografie storiche il cuore di Vado in America, documentario prodotto da Ana María Apontes in coproduzione con la Pic Film di Manno, le cui riprese - sostenute anche dalla Ticino Film Commission -  hanno visto la partecipazione di alcuni professionisti del nostro territorio.

 

Guardare una fotografia, ci racconta Lucia mentre continuiamo a camminare immersi nella natura, inevitabilmente scatena parecchie domande. E le domande sono qualcosa di veramente importante.  «Quando ho visto le foto, la prima cosa ad affascinarmi è stata la manualità del lavoro artigianale che molte di esse ritraevano. Ogni volta poi vi scoprivo qualcosa di nuovo. Erano persone che non conoscevo, di cui non sapevo nulla e quindi la prima domanda, quella che mi ha spinto a fare il film, è stata  proprio questa: quali legami ho, come essere umano, con queste persone sconosciute? Dopo di che ho scoperto altre fotografie, di momenti più intimi casalinghi, e altre ancora – poche in realtà, circa una decina – che ritraevano persone sulle quali non avevamo nessun indizio. Volevamo capire perché queste foto fossero state scattate, dove e perché fossero lì con le altre. Penso che le domande di questo tipo siano le chiavi che mandano avanti il processo creativo.»

 

Mentre chiacchieriamo, siamo intanto arrivati al Maglio del Malcantone a Miglieglia. Ed eccole lì, le foto, riprodotte su grandi pannelli tutt’attorno all’edificio. Sono porte che con potente suggestione si schiudono su altri luoghi e altri tempi, così lontani dai nostri ma al tempo stesso così vicini. La loro voce si può ancora udire. Evocativo anche il titolo dell’esposizione che le raccoglie, una mostra all’aperto inaugurata il 9 settembre che sarà visitabile fino alla fine di ottobre: Estraneazione: fotografie di un emigrante malcantonese in Argentina. Al Maglio siamo accolti con gentilezza e calore da Paolo Righetti e dalla storica Cristina Boixados che sabato 30 settembre, alle ore 17:00 al Museo del Malcantone di Curio, sarà protagonista della conferenza pubblica intitolata Dai negativi scartati alle pagine di un libro. L’Argentina e il Malcantone nelle fotografie di Pietro Righetti (1852-1937), emigrante malcantonese. Un’occasione per condividere con lei tutta la passione che ci contagia mentre ci parla della sua indagine che ha portato alla ricostruzione di una storia non solo migratoria ma anche familiare.

 

Mentre la luce autunnale inizia a calare  sui boschi del Malcantone, non si può fare a meno di pensare a come anche un documentario realizzato con una piccola crew, possa guidarci verso mondi molto più vasti. Dopo ulteriori riprese in Argentina, montaggio e post-produzione, Vado in America dovrebbe essere pronto attorno alla fine del 2024. «Sarà un documentario con una forma differente dal solito – conclude la regista - Penso che il cinema sia un linguaggio aperto con il quale si possono raccontare molte cose, non solo quelle legate alle informazioni ma anche alle emozioni. Attraverso queste foto provenienti dal 1800, vorrei trasmettere un messaggio per il presente. E sulla vita che scegliamo di vivere ora.»

 

FC

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