Secondo film della trilogia di Fontainhas (il terzo è Juventude em marcha) e primo passo verso un cinema sempre meno estetizzante, che qui si immerge - camera e cuore - nelle pieghe dolorose della desolazione delle vite di Vanda e dei suoi vicini.
Contracosta Produções
Pandora Film Produktion
La vita è stata sprezzante con me. Ho abitato le case fantasma che altri abbandonavano. Delle case nelle quali neanche una strega avrebbe voluto restare. Ma a volte ho trovato una casa che ne valeva la pena. Tutte le mie case, tutte le case erano clandestine. Erano state abbandonate. Se fossimo stati delle persone per bene .... non le avrebbero demolite. E così via, casa dopo casa. Ho pagato più per le cose che non ho fatto che per quelle che ho effettivamente fatto.
Il regista Pedro Costa, uno degli autori portoghesi più rinomati, s’interessa agli immigrati capverdiani installati a Lisbona e dopo Ossos si mette a girare No quarto da Vanda, un’opera complessa e molto personale, alla frontiera tra documentario e fiction, che segue la vita di Vanda Duarte, fruttivendola ambulante e consumatrice quotidiana di eroina nella baraccopoli demolita di Fontainhas. Costa non trova i mezzi per finire il film: nessuno vuole sostenere quest’opera troppo bizzarra. Il direttore del Festival di Locarno, Marco Müller, ne vede un work in progress e, convinto della qualità del film, tornato in Ticino, invita la Ventura Films a coprodurlo con il sostegno della RSI. Il film è quindi interamente post-prodotto in Ticino e presentato in concorso al Festival dove ottiene una mezione della Giuria ufficiale e il Premio della Giuria dei giovani. Il film sarà poi presentato in festival di mezzo mondo, da Cannes al Cinéma du réel a Parigi, da Yamagata a Valencia. Rimasto fedele al festival di Locarno, Pedro Costa vince il Pardo d’Oro con il suo ultimo film, Vitalina Varela, nel 2019.
Frédéric Maire, direttore della Cinémathèque suisse