Collezioni
Un viaggio alla riscoperta dei film girati nella Svizzera italiana che vi porterà a conoscere Eve, la prima “femme fatale" del cinema ticinese, oppure un Gottardo dai mille volti che dal vecchio postiglione d’altri tempi agli scavi per il tunnel autostradale di San Gottardo fa da varco e frontiera tra Nord e Sud. Il tutto passando dai paesaggi di montagna con la diga di Fulvio Bernasconi alle banche luganesi con le Conseguenze dell’amore di un Sorrentino prima della fama internazionale.
Ticino,
il cinema nella pelle
Una collezione curata dalla Cinémathèque suisse e presentata dal suo direttore Frédéric Maire.
Il Ticino e il cinema convivono da tanto tempo in un insieme di contraddizioni. Da un lato, il Ticino ospita dal 1946, a Locarno, uno dei piu importanti Festival del film a livello internazionale, dove ogni anno approdano i piu grandi artisti del mondo. Numerosissimi sono inoltre i film stranieri o svizzero tedeschi girati in Ticino: la regione a sud delle Alpi in Svizzera è un luogo in cui si può trovare una sorta di modellino in miniatura dell’Italia con tutti i vantaggi della Svizzera. Penso per esempio ai francesi 13 grand rue di Jean Brocher (1934) – girato a Morcote –, Le voyage imprévu di Jean de Limur (1935) o durante la guerra Une femme disparaît di Jacques Feyder (1942), o ancora Maturareise di Sigfrit Steiner e Jacques Feyder (1942), ma anche, ulteriormente, il famoso James Bond girato sulla diga di Contra nella Verzasca in Goldeneye (1995). È chiaro, i registi stranieri amano la bellezza dei paesaggi, la loro varietà tra montagne e lago, la dolcezza del clima… Insomma, il loro è uno sguardo turistico che avvalla l’idea di «Sonnenstube» come nell’alquanto leggero Al canto del cucù di August Kern (1942).
Eppure, questo Ticino è anche terra d’accoglienza per artisti stranieri che vi ci si sono trovati bene e hanno deciso di viverci. Oltre ai numerosi scrittori (da Hermann Hesse a Patricia Highsmith) ricordiamo il grande regista americano di origine tedesca Douglas Sirk, che s’installò a Castagnola all’inizio degli anni ‘60. Non è quindi un caso se in questa terra di contrasti fra campagna e lago, montagna e città, sono nati numerosi artisti famosi, da Borromini a Botta, e quindi anche del cinema.
I tanti talenti ticinesi del cinema– registi, tecnici, attori – sono spesso partiti, chi in Svizzera tedesca o romanda, chi all’estero. Chi per continuare la loro brillante carriera, penso per esempio al regista Fulvio Bernasconi, ai direttori di fotografia Renato Berta e Carlo Varini, alla truccatrice Esmé Sciaroni, alla scenografa Sonia Peng o agli attori Hannes Schmidhauser e Teco Celio.
Il destino del regista locarnese Franco (o Francis) Borghi, autore del primo lungometraggio ufficialmente ticinese, Eve (1939), è esemplare. Dopo il suo periodo di «formazione» a Parigi, Borghi auspica la creazione di un’industria cinematografica ticinese, «visto che i progetti presentati in quegli anni da stranieri non avevano avuto un seguito». Crea la società di produzione Locarno Films e, assieme all’amico Virgilio Gilardoni, immagina tanti progetti. Tranne Eve, nessuno di questi si farà. Ma se i film non ci sono, l’interesse per il cinema c’è, in particolare da parte dell’esercente di sale cinematografiche André Mondini: attore nel film Eve, è uno dei fondatori del Festival del Film con Raimondo Rezzonico, Riccardo Bolla, Camillo Beretta e Giuseppe Padlina.
Per fortuna non è sempre così. Un regista e produttore come Villi Hermann dal Ticino si impegna a fare un cinema profondamente legato al suo territorio, sia nella finzione che nel documentario; altri produttori, come Ventura Films, Amka Films, Pic Film o Cinédokké, dimostrano una grande vitalità di creazione in questo piccolo territorio, permettendo a numerosi autori ticinesi di fare sentire la loro voce, oggi: i film contemporanei della nostra collezione non sono che un assaggio di quanto gli autori ticinesi oggi offrano.
Negli anni un insieme di strutture si sono sviluppate e permettono oggi di girare e post-produrre il suono e l’immagine in loco. Da rilevare inoltre il ruolo molto attivo della televisione svizzera italiana, la RSI, che coproduce tanti film e offre anche opportunità lavorative ai cineasti.
Insomma: questo piccolo territorio nel bel mezzo dell’Europa ha dato tanto al cinema. Come si può vedere dai film che ho scelto per la collezione che vi proponiamo.
Frédéric Maire, direttore Cinémathèque suisse