Quando Elena e sua figlia Giorgia decidono di andare a Bosco Lais a vedere la casa ereditata da una vecchia zia, s’aspettano di trovare un paesino idilliaco tra le montagne. Con loro grande stupore s’accorgono invece che la gente le evita.
Quando Elena e sua figlia Giorgia – una vivace ragazzina di 8 anni – decidono di andare a Bosco Lais a vedere la casa ereditata da una vecchia zia, s’aspettano di trovare un paesino idilliaco tra le montagne. Con loro grande stupore s’accorgono invece che la gente le evita, sembra aver paura di loro, vuole che se ne vadano immediatamente. Elena però non si lascia intimidire, anzi, è decisa a capire perché il paese gli è tanto ostile. Scopre così di avere una sorella identica a Giorgia, morta ai tempi della costruzione della diga. Un ricordo che il villaggio ha cercato di dimenticare e che il loro arrivo ha fatto riaffiorare.
Diplomato del DAVI, la scuola di cinema che fa parte dell’École cantonale d’Art di Losanna (ECAL), il luganese Fulvio Bernasconi è senza dubbio uno dei piu importanti registi svizzeri attuali. Lavora sia nella fiction che nel documentario, sia per il cinema (Fuori dalle corde, 2007, premiato a Locarno, Miséricorde, 2016) che per la televisione (la serie Quartier des banques, 2017-2019). Per il suo primo lungometraggio, girato per la televisione svizzera e ARTE, il regista Fulvio Bernasconi si cimenta con talento nel genere fantastico e utilizza la varietà dei paesaggi ticinesi per rafforzare la stranezza e la magia del racconto. La diga è stato presentato in concorso al Festival Tout Écran di Ginevra. Quando Elena e sua figlia Giorgia - una vivace ragazzina di 8 anni - decidono di andare a Bosco Lais, dove si trova la diga, a vedere la casa ereditata da una vecchia zia, s'aspettano di trovare un paesino idilliaco tra le montagne. Con loro grande stupore s'accorgono invece che la gente le evita e sembra aver paura di loro, vuole che se ne vadano immediatamente. Elena però non si lascia intimidire, anzi, è decisa a capire perché il paese le è tanto ostile. Scopre così di avere una sorella identica a Giorgia, morta ai tempi della costruzione della diga. Un ricordo che il villaggio ha cercato di dimenticare e che al loro arrivo ha fatto riaffiorare.
Frédéric Maire, direttore della Cinémathèque suisse