Minacciato da una tempesta, un vecchio signore è bloccato sulle montagne ticinesi. Nel timore di perdere la memoria, inizia a raccogliere tutto ciò che non deve essere dimenticato.
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Adattato dal romanzo Deän di Max Frisch. Racconta la storia di un un vecchio signore, isolato dal mondo esterno in un piccolo villaggio di montagna in Ticino, Svizzera, che lotta contro l'oblio. Dai libri che possiede ritaglia testi e immagini sulla geologia e la storia geologica per fissarli e sistemarli sulle pareti della sua casetta. Frisch aggiunge questi articoli al suo romanzo per assemblare la storia umana con la decadenza individuale.
Il regista Heinz Bütler e il noto produttore musicale fondatore della celebre ditta di dischi ECM, Manfred Eicher, adattano il romanzo di Max Frisch Der Mensch erscheint im Holozän (uscito nel 1979). Questa «brillante parabola di significato insondabile», come la definisce il New York Times, racconta la storia di un vecchio (Erland Josephson) che lotta contro l'oblio in un villaggio del Ticino tagliato fuori dal resto del mondo. Lui, Geiser, ritaglia articoli sulla storia della terra e sulla geologia, appuntando nota dopo nota al muro. Assemblando queste note nella sua narrazione, il film collega la storia dell'umanità al decadimento individuale. Nel volto invecchiato dell’immenso attore di Bergman Erland Josephson «si pensa di vedere un'immagine speculare del paesaggio antico e ossessionante» (Frankfurter Allgemeine Zeitung). Per la Neue Zürcher Zeitung, il film è «un capolavoro con avvincenti immagini di una precisione unica, un tono di pura concisione sensazionale». Prodotto da Al Castello, la ditta creata da Bütler ad Arzo, assieme a ECM e al mecenate George Reinhardt, il film è stato girato tra l’Islanda e la Valle Onsernone tra marzo e aprile del 1991. Presentato in concorso al Festival internazionale di Locarno nel 1992 dove vince il premio speciale della giuria
Frédéric Maire, direttore della Cinémathèque