Un'agendina che passa di mano fa incrociare le vite di quattro persone nella "Milano da bere" di fine anni Ottanta. Mentre all'Est sfilano i carri di Tien An Men e crolla il muro di Berlino, una piccola umanità si sfiora, si incontra, si perde senza che nulla – o quasi – riesca a cambiare. E' una tranquilla alienazione, è l'aria serena dell'Ovest.
Monogatari
Quattro persone vivono in una metropoli occidentale sul finire gli anni ottanta. Hanno vite, età, situazioni diverse. Non si conoscono nemmeno e non sembrano aver nulla in comune, se non la certezza o la serenità delle proprie abitudini. Ma all'improvviso accade qualcosa che li sorprende, li colpisce. Investiti dagli awenimenti sono costretti a prendere parte, i loro percorsi si incrociano, come se il caso desse loro la possibilità di cambiare. Ciò che forse vogliono. Un racconto a più voci che coglie il punto misterioso in cui nascono le occasioni, attimo in cui le persone sembrano rimettersi alla prova. Quattro vicende, o una storia, per descrivere i mutamenti del vivere contemporaneo.
Cesare Noviti lavora per un'importante azienda e passa il tempo a condurre bizzarre indagini di mercato, mentre sogna di partire per una ricerca etnografica in America centrale. Veronica è un'infermiera e vive sola: la metropoli le offre la possibilità di un locale diverso ogni sera dove trovare un nuovo amante. Tobia, chimico farmaceutico amareggiato da contrasti con i colleghi, prova ad allontanarsi dall'ambiente di lavoro e dalla noia della routine con la moglie Clara. Irene da poco lavora come traduttrice ma - scontenta del recente trasferimento a Milano e della lunga relazione con Mario - pensa di abbandonare lavoro e fidanzato. Il cambiamento è nell'aria, ma fino all'ultimo non sapremo se la trasformazione finirà per compiersi o se i protagonisti torneranno in qualche modo sui loro passi. Girato essenzialmente a Milano (ma anche un poco a Lugano) con attori italiani come Fabrizio Bentivoglio o Ivano Marescotti e già il direttore della fotografia Luca Bigazzi, il primo lungometraggio del regista italo-svizzero Silvio Soldini è coprodotto dalla Pic Film di Lugano e RSI e conta tra i collaboratori tanti tecnici ticinesi e svizzeri. Il film è stato presentato in prima mondiale in concorso de Festival internazionale di Locarno nel 1990.
Frédéric Maire, direttore della Cinémathèque suisse