Ticino Film Commission
04.08.2025 . L'intervista

Nel mondo animato di Marcel Barelli

L'autore ticinese riceverà il Locarno Kids Award 2025 martedì 12 agosto. Al Festival la prima svizzera del suo primo lungometraggio "Mary Anning, chasseuse de fossiles"

© Cinémathèque suisse / Yannic Bartolozzi

Nato e cresciuto a Lodrino, formatosi alla HEAD di Ginevra e da vent’anni attivo in Romandia. Marcel Barelli è una delle personalità più originali del mondo dell’animazione elvetico. A lui, martedì 12 agosto 2025 nell’ambito del Locarno Film Festival, verrà conferito il Locarno Kids Award, riconoscimento presentato da La Mobiliare che dal 2021 premia autori capaci di fare arrivare il cinema agli spettatori più piccoli.

 

Dopo numerosi cortometraggi, come Vigia, Pardino d’argento a Locarno nel 2013 e Dans la nature, vincitore del Premio del cinema svizzero per l’animazione nel 2022, Marcel Barelli ha appena debutttato nel lungometraggio con Mary Anning, chasseuse de fossiles (CH/ BE, 2025), film d’animazione dedicato alla pionera britannica della paleontologia che si potrà vedere il 12 agosto alle ore 17:00 al Teatro Kursaal di Locarno. Conosciamo un po’ meglio l’autore e il percorso che, partendo da una formazione in chimica in Ticino, lo ha portato a stabilirsi nella Svizzera francese e a diventare un regista di film d’animazione.

 

Come sei arrivato al disegno e all’animazione?

 

“Mia mamma mi ha sempre fatto disegnare, è lei che mi ha insegnato che con una matita e un foglio non ci sia annoia mai. Questa passione l’ho sempre avuta. Quella del cinema è venuta con gli anni. Inizialmente non sapevo che si potesse farne una professione. Non sapevo che ci fossero scuole di cinema in Svizzera e che ci fosse gente che vivesse di ciò. Questa consapevolezza è venuta poco a poco, scoprendo il mondo del cinema e i differenti modi di farlo. Per quanto riguarda l’animazione, quando ho scoperto il lavoro di Georges Schwizgebel, che è un po’ il veterano dell’animazione svizzera, mi sono reso conto si potevano fare film più personali, più artigianali, più intimi e meno mainstream. Ed è da lì che è cominciata la voglia, l’interesse per il cinema d’animazione.”

 

C’è ancora spazio per una forma di animazione più tradizionale, come quella che pratichi tu?

 

“Penso di sì. Se si guarda ad altre arti, per esempio alla fotografia, c’è ancora gente che fa le foto in pellicola, non è che il digitale l’abbia del tutto rimpiazzata. Ci sarà sempre gente che è interessata anche al cinema, diciamo, artigianale. Poi è chiaro che l’informatica e tutto il resto aiutano, però fino a rimpiazzare addirittura la creatività, speriamo di no. Io l’intelligenza artificiale preferisco vederla al massimo come uno strumento. Oppure anche niente.”

 

Come è strutturato il tuo lavoro?

 

“Per i cortometraggi mi occupo dell’idea, della sceneggiatura, della regia e dell’animazione. Poi ci sono un sacco di altre parti che delego, non pretendo di saper fare la colorazione, il suono, la musica o la produzione. Per il lungometraggio ho pensato soprattutto che il mio grafismo abituale, che è molto cartoon, un po’ naïf, non fosse forse adatto alla storia che volevo raccontare e per questo ho chiesto a una grande amica che è anche regista se voleva occuparsene lei e quindi il concept grafico, quella che si chiama la bibbia grafica, è realizzata da Marjolaine Perreten e speriamo che la collaborazione, la voglia di lavorare con me continui. Per questo film, abbiamo usato una tecnica che è un po’ a metà tra il disegno immagine per immagine e la stop motion, che di solito si fa con dei pupazzi in volume che però in questo caso erano in 2D al computer.”

 

E veniamo proprio al film. Chi è Mary Anning e perché questa scelta?

 

“Mary Anning è stata la prima vera paleontologa della storia. Da sempre si trovano i fossili ma fin quasi all’inizio del 1800 non si sapeva esattamente quale fosse la loro origine. È stata lei a trovare i grandi fossili di rettili marini che hanno fatto sì che gli scienziati dell’epoca iniziassero a porsi le domande giuste. Insomma Mary Anning è stata una pioniera di questa disciplina e purtroppo è stata un po’ dimenticata, anche perché era una donna, era povera, passava le giornate a cercare i fossili nel fango: questo all’epoca era malvisto e quindi non poteva neanche volendo aspirare a un riconoscimento o comunque a uno status di ricercatrice, di scienziata. L’idea è stata quella di raccontare la sua gioventù perché già all’età di 12 anni ha trovato il primo vero grande fossile della storia, e quindi mostrare la storia vera di una bambina in un’epoca più che dura, più che difficile, una bambina che nonostante tutto è riuscita ad andare là dove voleva. È un personaggio che al di fuori dei patiti di paleontologia non è molto conosciuto. A me piacciono i fossili, mi piacciono i dinosauri e quindi la conoscevo fin da piccolo. È rimasta sempre un po’ lì, nell’angolino della mia testa. Mi sono detto, un giorno magari se l’occasione si presenta potrò raccontare questa storia agli altri: non solo ai patiti di paleontologia ma anche agli altri bambini che come me sono stati affascinati da un personaggio così singolare.”

 

Quando arriverà nelle sale il Mary Anning, chasseuse de fossiles?

 

“Dopo la prima svizzera a Locarno, il film girerà qualche Festival, per poi uscire dapprima in Francia e in Belgio il 17 settembre e poi in Svizzera il 26 novembre nelle tre versioni linguistiche, italiano francese e tedesco.”

 

FC

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